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Mi presento

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Mi chiamo Stefania Casadei, ho una laurea in scienza della formazione e dell'educazione, una specializzazione in psicologia positiva e mindfulness, un master in disturbi dell'apprendimento ed una grande passione per il fai da te, l'autoproduzione ed il benessere naturale. Amo la cucina sana, la scrittura e la vita semplice.  Come terapeuta mi occupo di supportare le persone che desiderano affrontare le difficoltà della vita e avviare cambiamenti concreti per vivere meglio. A differenza di un percorso psicologico, che si concentra principalmente sull’aspetto emotivo e mentale, il mio approccio è più pratico e orientato al presente. Si lavora insieme per risolvere le difficoltà quotidiane con strumenti e strategie che aiutano a superare gli ostacoli, affrontare momenti difficili, migliorare le relazioni e trovare soluzioni concrete. Il mio obiettivo non è solo ascoltare, ma anche agire insieme per avviare un cambiamento tangibile . Accompagno lungo un un percorso dove la pre...

La tua crescita è silenziosa. Non confonderla con un fallimento.

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Nel 1957,  Curt Richter, professore alla Johns Hopkins, condusse un famoso esperimento psicologico sui topi annegati. Questo esperimento, sebbene crudele, dimostrò il potere della speranza e della resilienza nel superare situazioni difficili. I ricercatori gettarono un gruppo di ratti in una vasca piena d'acqua. Volevano misurare per quanto tempo gli animali sarebbero riusciti a nuotare prima di arrendersi. La media fu di circa 15 minuti. Ma è qui che l'esperimento prese una piega inaspettata. Un attimo prima che un secondo gruppo di topi cominciasse ad affondare, gli scienziati li tirarono fuori, li asciugarono, li nutrirono, li lasciarono riposare e poi li rimisero in acqua. Questa volta non nuotarono per 15 minuti. Nuotarono per oltre 60 ore. La differenza non era nella loro forza fisica, ma in una singola, potentissima emozione: la speranza. Avendo già sperimentato il salvataggio una volta, erano convinti che, se avessero resistito ancora un po', qualcuno sarebbe torna...

Riavvicinarsi a sé stessi: il primo passo verso la pace interiore

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Ci sono momenti nella vita in cui ci si accorge di non essere davvero padroni della propria direzione. Si va avanti, sì, ma più per impulso che per scelta. Le giornate scorrono, ma a guidarle non è una volontà consapevole, bensì una reazione continua agli stimoli esterni: una parola detta male, un giudizio ricevuto, una paura risvegliata.  Bastano piccoli eventi per destabilizzarci e farci sentire persi, come se la nostra stabilità dipendesse sempre da qualcosa o qualcuno al di fuori di noi. È come vivere sospinti da correnti invisibili, incapaci di ancorarci a qualcosa di stabile. Si corre, si cerca, si rincorre… ma spesso senza una vera direzione. Si è come foglie in balìa del vento, mosse da forze che non si comprendono fino in fondo. E in questa danza caotica tra desideri non appagati e timori profondi, si rischia di perdere di vista ciò che conta davvero: la propria essenza. Eppure, dentro ogni essere umano esiste un punto che non si muove . Un luogo intimo, silenzioso, che...

Lasciare essere: contro la tirannia della produttività emotiva

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C'è una frase di Jenny Odell (artista, scrittrice ed educatrice americana) che, come un sasso nello stagno, smuove le acque agitate della nostra società iper-performativa: " La capacità di non fare nulla non è una perdita di tempo; è un'abilità rara ." In un'epoca in cui tutto, persino le emozioni, viene ottimizzato, reso performante, narrato e trasformato in contenuto, questa frase suona come una carezza e uno schiaffo insieme. La produttività emotiva è diventata la nuova frontiera dell’efficienza: non basta più sentire, bisogna anche fare qualcosa con quello che si sente. Quando anche la guarigione diventa un progetto Lavorare su sé stessi, migliorarsi, crescere interiormente: tutte cose che, a piccole dosi, fanno bene. Ma quando il percorso emotivo diventa una gara silenziosa contro il tempo, contro il dolore, contro il “restare fermi”, allora rischia di trasformarsi in un altro lavoro, un’altra cosa da fare “bene” . La salute emotiva non è la stessa cosa della...

Sentire senza reagire: la forza di stare nella pausa

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Le emozioni sono parte naturale della vita. Rabbia, tristezza, gelosia, paura: arrivano intense e spesso spingono ad agire d’impulso. Ma non tutte le emozioni richiedono una risposta. Sentire qualcosa non significa doverlo seguire. Le emozioni non sono comandi: sono messaggi da ascoltare, non ordini da eseguire . Possiamo provarle senza lasciare che guidino le nostre azioni. Il vero potere sta nel fare una pausa, nello spazio tra ciò che sentiamo e ciò che decidiamo di fare. È in quello spazio che viviamo davvero. Basta un respiro per creare distanza tra impulso e scelta. In quel respiro c’è la possibilità di rispondere con intenzione invece che con reazione. Di conservare la calma, la chiarezza, la propria pace interiore. Le emozioni non ci definiscono. Siamo più di ciò che sentiamo: siamo l’osservatore che sceglie come rispondere. La vera libertà Era domenica sera e Anna aveva preparato la cena per tutti. Nulla di speciale, ma ci aveva messo impegno: pasta al forno, tavola apparecc...

Il bisogno profondo di essere approvati e di piacere agli altri

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Molte persone si trovano a vivere costantemente sotto la pressione di compiacere gli altri. Si sforzano di essere accettate, amate e apprezzate, in un ciclo che sembra non finire mai. Ma cosa si nasconde dietro questo bisogno profondo di approvazione? È un impulso che ci guida e ci influenza più di quanto possiamo immaginare e riconoscerlo può essere il primo passo per liberarcene o per imparare a gestirlo in modo sano. Cos'è il bisogno di approvazione? Il bisogno di approvazione è una spinta interiore che ci fa cercare costantemente il riconoscimento, l’apprezzamento e l'accettazione da parte degli altri. Questo impulso può manifestarsi in vari aspetti della nostra vita, dalle scelte quotidiane a quelle lavorative, dai nostri comportamenti sociali alla nostra visione di noi stessi. Inizialmente, questo desiderio di compiacere gli altri può sembrare naturale e perfino positivo, ma quando diventa un obiettivo costante, può avere effetti negativi sulla nostra salute mentale ...

La strana irrequietezza di quando hai tutto (ma vuoi comunque di più)

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Hai mai provato quella sensazione? Non è un'ansia acuta o un dolore definito. È più un ronzio di sottofondo, un'insoddisfazione sottile che si insinua nelle giornate apparentemente tranquille. È la noia esistenziale di volere "di più". La cosa strana è che questo sentimento non arriva nei momenti di crisi. Anzi, bussa alla porta proprio quando, in teoria, dovrebbe andare tutto bene. Hai raggiunto una certa stabilità, il caos che un tempo definiva la tua vita si è calmato e il tuo corpo non è più in costante stato di allerta. Eppure, proprio lì, nella calma piatta della routine, emerge un'irrequietezza. Un desiderio di qualcosa che non riesci nemmeno a definire. Perché niente sembra risolvere questa sensazione? Questa fame interiore è difficile da saziare. Non si placa con il prossimo traguardo raggiunto, con il nuovo acquisto o con un grande gesto di cambiamento. Anzi, spesso queste cose peggiorano la situazione, lasciando un senso di vuoto ancora più marcato su...

La forza delle piccole decisioni

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La vita è fatta di scelte. Ogni giorno, facciamo centinaia di piccole decisioni che, sommate, determinano il nostro destino. Non sono le grandi scelte, ma quelle più piccole e apparentemente insignificanti che costruiscono la nostra realtà e ci preparano ad affrontare le sfide che la vita inevitabilmente ci presenta. Immagina la scena di due uomini, bloccati nello stesso terminal di un aeroporto, entrambi in attesa di un volo in ritardo. Fuori imperversa una tempesta, ma dentro, la reazione dei due uomini alla stessa situazione è completamente diversa . Uno di loro rimane calmo, sorseggiando la sua acqua e mangiando semi oleosi e cioccolato fondente. L'altro, invece, è irrequieto, guarda continuamente il suo telefono, si agita, si arrabbia, ingurgita uno snack dopo l’altro. La tempesta fuori è la stessa per entrambi, ma le loro reazioni dipendono dalle abitudini che hanno costruito nel tempo. Questa scena ci offre una potente riflessione: come reagiamo agli eventi stressanti della ...